Un interprete per una trattativa? A che mi serve se parlo inglese?!

A breve è previsto un incontro per una trattativa con una persona che non parla la Sua lingua. Le passa velocemente per la testa o Le suggeriscono l’appoggio di un interprete professionista e pensa: “Un interprete? A che mi serve se parlo inglese?!”.

Se non stiamo parlando di una trattativa tra un madrelingua inglese e Lei, che ha vissuto moltissimi anni all’estero e magari ha persino realizzato i Suoi studi a Londra o a New York, ecco a che Le serve un interprete professionista:

1. A non perdere credibilità e “potere d’acquisto”

Pensi alla trattativa come ad un processo in tribunale dove Lei è l’imputato: portare a casa il risultato sperato equivale ad essere assolto da tutte le accuse; tornare a casa con le tasche vuote implica essere dichiarato colpevole e finire in prigione per qualche anno. Sa un po’ di diritto, quindi che preferisce fare? Diferendersi da solo non avvalendosi di un avvocato o, piuttosto, cercare il migliore in città o in tutto il paese, quello che non hai mai perso una causa, quello che ha una retorica da far invidia a Socrate?

Si diferenderebbe da solo senza avvalersi di un avvocato in tribunale? Perché allora non avvalersi di un interprete in una trattativa?

Si diferenderebbe da solo senza avvalersi di un avvocato in tribunale? Perché allora non avvalersi di un interprete in una trattativa?

Beh, in una trattativa importante, funziona esattamente allo stesso modo, anche se pochi ne sono coscienti. In molti decidono di “difendersi da soli” (“perché un interprete è caro” o semplicemente per orgoglio personale), basandosi su una conoscenza alquanto maccheronica dell’inglese. Risultato? Nel peggiore dei casi, “vengono dichiarati colpevoli”, tornano a casa con le tasche vuote. Nel migliore dei casi, perdono potere d’acquisto perché la loro arringa, a causa di quell’inglese scivoloso, lascia desiderare. In altre parole, le persone in questione hanno deciso spontaneamente di partire svantaggiati e di non condurre la trattativa alla pari, perché, che ci creda o no, la lingua e come la si parla fa un enorme differenza.

Sia la Merkel che Obama hanno le cuffie per ascoltare l'interpretazione nella propria lingua materna

Sia la Merkel che Obama hanno le cuffie per ascoltare l’interpretazione ed esprimersi ognuno nella propria lingua materna

Ha mai fatto caso che tutti i maggiori politici a livello mondiale (quelli più intelligenti da questo punto di vista almeno) parlano sempre nella loro lingua materna, avvalendosi di un interprete che trasmetterà il messaggio fedelmente e con la stessa forza e credibilità dell’originale? Al massimo iniziano il loro discorso con una frase nella lingua straniera per dimostrarsi empatici con il pubblico locale nei viaggi di lavoro, ma poi proseguono “giocando in casa”, ossia parlando la loro lingua. Quelli che al contrario “si difendono da soli” finiscono sui giornali del propio Paese (in Italia ultimamente lo sappiamo bene) per le suggestive performance che all’estero avranno fatto sicuramente sorridere.

2. A non perdere credibilità

Tornando ai più alti vertici della politica, come sa, non smettono di celebrarsi incontri bilaterali tra capi di Stato e di governo. Quello che forse non sa è che, anche se nella foto per la stampa, appaiono esclusivamente gli interlocutori in questione, in realtà nella stanza c’è quasi sempre un interprete professionista. E allora tanti pensano: “Ma come è possible che un capo di Stato non sappia l’inglese e abbia bisogno di un interprete?”. Come Lei per la trattativa, ne ha bisogno per il motivo appena menzionato, ossia per non perdere credibilità e “potere d’acquisto”, ma anche per una seconda ragione, importantissima a quei livelli: per guadagnare tempo.

Foto precedente all'incontro tra Gerhard Schröder e George Bush, con l'interprete nell'angolo.

Foto precedente all’incontro tra Gerhard Schröder e George Bush, con l’interprete nell’angolo.

Nella storia, infatti, ci sono stati e continuano ad esserci capi di Stato e di governo che hanno una perfetta conoscenza dell’inglese, sia per capire sia per esprimersi, come ad esempio Fidel Castro, Angela Merkel o Gerhard Schröder. Decidono tuttavia di avvalersi di un interprete in modalità consecutiva (ossia quando si ripete successivamente quello che l’oratore ha detto). Ma perché? Perché la persona in questione capisce immediatamente quello che ha detto l’interlocutore e mentre l’interprete riformula nella sua lingua il messaggio (a cui non presta attenzione generalmente la seconda volta), guadagna tempo extra per pensare ad una risposta ben meditata. Come ben sa, nella politica è tutta retorica e se si perde quella si perde credibilità e “potere d’acquisto”.

Anche se non è un capo di Stato, le stesse regole valgono anche per Lei quando difende gli interessi della Sua azienda. Perché perdere credibilità volutamente?

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